On novembre 3, 2005, in Senza categoria, by prepapero

Figurati


Figurati per me la porta é sempre aperta.
Con discrezione, saltello e porto la notte un passettino minuscolo piú in lá, trotterella grottesca come le creature di Teo sulle spiagge olandesi.
Balla balla il tango dell’asfalto… gira e volteggia lungo le strisce bianche e piroetta sui cofani delle auto in sosta perenne…
fino ad altre notti, altri barboni sbadati che dormono nei rifugi-bancomat di tutta Europa.

Colgo e non colgo. Triplo senso mortale carpiato all’indietro!
Uh! Suonano le trombe di Fanfare Ciocarlia ed arriva la buonanotte di una anima vicina. Baci a te.
Non posso crederci! In piena notte arriva la telefonata dal Canada, il caro Elliot, my friend!
Just to say I miss you. We miss you too ;o)

Dietro ogni angolo la domanda della consapevolezza scretcha sul vinile, capisce l’italiano anche quando parla il suono della mente, viaggia su candele spente, accende la speranza come spegne l’ignoranza, galleggia sulla testa della gente, nello spazio vuoto che c’é tra gli Uomini e la Realtá delle Cose.
Vecchio?
Continua a cambiare il gioco, ma io vi avverto, io parto senza chiedere, prendo le mie decisioni anche se la prima l’ho presa ai 19 e ció mi spaventa un bimbo che mette i primi passi fuori sul marciapiede, con valige e tutto il resto, senza contare i nemici, nemiche che si incontreranno per la strada, pericoli. Pericoli. I conti tornano, si sa. Ma io non porto il lutto, non potrei, i vari step son da capire ma non da portarsi dietro. Se lo facessi darei un sacco di occhiate nella parte sinistro-bassa dell’occhiata.
Vale il rischio.
Ho fame e sonno, freddo ma anche questa notte saró nel mio letto trabiccolo, in provvisorio equilibrio tra i muri e il pavimento.
Son sacrifici da tener sempre ben presenti.

Alberto ha ragione, si arriva sempre al momento dei conti, alla resa degli stessi, a trarre delle conclusioni, a fare bilanci, graduatorie e nel peggior caso statistiche. Queste son le cose che dovrei scrivere in un mio ipotetico Blog. Aiutare alla gente a capirsi.
Musica allegra e brividi. Cantano come fuoco dalle casse. Mia madre si chiede chi sono, io mi parlo come non mai.

bus metro taxi nave cammello bicicletta matarello lo-so-io te l’avevo detto.
Pazza pazza Barcelona gli autobus, la musica, la gente, la signora col bambino nella carrozzina, il bimbo sorride, l’immagine sfarfalla e segue nel suo tracciato del mezzogiorno spagnolo o catalano, millor.

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