On settembre 24, 2005, in Senza categoria, by prepapero

Il Faraone


Danze per strada, ho quasi la febbre.
Trovo che il mio giacilio si unisce con quello della famiglia degli Israeliti in numero, ma sono come la famiglia di Levi, il numero non verrá sommato alla conta totale. Ho un gran mal di testa, mondo! (gridalo tu, gridalo piano, le tue parole sollevano i petali)  Ammetto di non essere ancora cresciuto abbastanza, cambiato a sufficienza per fare alcune cose, ma a divertirmi riesco veramente bene. E con poco si accumula la gente per strada seduta accanto e se mi sforzo riesco pure a dire che é una di quelle notti in cui non mi sforzo in niente e tutto riesce. Ci vuole poco a vedere che la notte e il giorno sono totalmente diverse e divise. Giorni di Mercè, ho ancora le tue dita a spasso per i miei capelli, ma stanotte non ce l’ho fatta. Non é un gioco a carte, non é come manfredi nei film quando offre le sigarette e mostra la marca in primo piano. Riders on the storm… sono cose che le turiste inglesi ubriache che scendono a Sants (¿?) non capiranno mai… probabilmente. Solo una nenia, una infinita scala di pianoforte suonata con deliziosa cura, come le faccette di Jessica quando parla e cerca di esprimermi tutto quello che vede. Il suo sentire é molto forte.
Ho un terribile sonno, un terribile spirito di buttarmi sul letto vestito e aspettare.
I venti delle pianure della Mongolia soffiano anche stanotte.
C’é un grande Silenzio laffuori e nessuno che lo ascolta.

 

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