On febbraio 21, 2009, in Senza categoria, by prepapero

P.



Priscilla, la donna che non esiste, che mi piace e le piaccio, dopo tanti tanti bicchieri svuotati e lasciati su un tavolo. La prendo e la faccio accomodare sulle mie gambe, suona un disco di Tricky, di tanti anni fa, come é giusto che sia. C’è caldo e fa notte, fa scuro e qualcuno passeggia sulle sue gambe anche stanotte, ma io no, non stanotte, stanotte sto con Lei, che mi ama e mi stringe, mi coccola e mi vuole dal profondo. Cosí bella e cosí radiante, cosí fragile che c’è da stringerla ma con delicatezza, mon dieu. Tante parole tutteattaccate che riempiono libri e libri che riempiono scaffali e le vostre menti polverose. Priscilla mi accarezza e appoggia la sua testa sul mio collo, i suoi capelli partiture di canzoni che non so suonare ma solo percepire, la sua pelle una mappa del mondo tutto da scoprire eppure cosí familiare e giusto, e comodo e Naturale. Come la tastiera che massaggio quotidianamente per spremere dai giorni una goccia di mandorla per addolcire le vostre labbra. Priscilla cammina ondeggiante per il corridoio che porta alla mia stanza, le scarpe in mano e una canone in testa, l’ascensore non tarda ad arrivare. I vestiti che odorano di tabacco, noi due nel letto ad affogarci nel sonno che non conosce mattino, Priscilla, nei tuoi capelli mi troveró un anfratto e lí vivró e moriró, Priscilla… Cosí sola e cosí Madre, cosí fertile e cosí fragile, da cosa scappi? Fermati e ama, fermati e cammina, cammina a piedi scalzi per le umide strade di Amsterdam come per il Burkina Faso, senti con la tua pelle ció che la natura offre e unisciti a Me, che qui e ora ti offró tutto ció che la mia essenza mi permette. Non ci sono limiti questa notte, non saremo piú due ma Uno e sempre, sempre e ritmicamente sempre finché non finirá questa notte di nero sciroppo sulle tracce di un vinile liscio liscio. Poi la Realtá schiava si fará risentire e vorrei vorrei appendere la cornetta ma hell is around the corner, come sai, come va, é sempre cosí.

Ma stanotte fottiamocene delle regole, stanotte é pura Poesia e noi ce ne dimentichiamo del resto, togliti il cappotto e le mutande, sorridi, sono qui con te e siamo sulla stessa barca. Ti fará bene stare con qualcuno che non é nessuno e non ha nessuna struttura su cui appoggiarti: scivolare sará dolce e ti condurrá oltre le tue paure pensate e masticate ogni giorno. Dove sei, Priscilla? Una notte cosí, con una primavera fredda e inesperta, che ancora non sa baciare e tu non rispondi alle mie chiamate. Una mela verde ancora sul ramo, una guancia morbida ma appena piú in lá di dove la mia bocca puó arrivare.

Un treno stracolmo e io dentro, tutto questo casino, ti sembra giusto? La Batidora, questo avrei dovuto scrivere ma il tempo é passato, ho perso il ritmo e m’ha preso questa vena ispiratrice impossibie ma cosí dolce… troppo facile lasciarsi trasportare e raccontarvi dei giardini della Calle Sant Pau, con i cani che giocano ogni sera a rincorrersi sotto grandi betulle.

Priscilla… ripeto il tuo nome e la notte si fa piú profonda, ripeto…
Priscilla.

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