On gennaio 16, 2009, in Senza categoria, by prepapero

Cose sparse



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entra, entra e fallo, fallo piano, sii dolce e non spostare niente, entra sotto le mie coperte e semplicemente Senti. Una musica soffice suona, non c’è nient’altro nell’aria. Nessuno di quei pensieri pesanti e ovoidali che mi riportavano sempre sullo stesso piano. Sí, puoi farlo, sciogli i capelli e sdraiati accanto a me.

Non far rumore, come nei sogni, solo i gesti necessari contengono una bellezza inumana, perfetta. C’è un the caldo sulla scrivania, bevine a sazietá, sa di miele e di altre storie che ti racconteró stanotte. C’è odore di Terra in questa stanza, e mi nascondo sotto le spesse coperte per seppellirmici una volta per tutte, perché ogni cosa sia assoluta e tragga beneficio da questa luce.

Tocca la mia schiena, senti quanti ricordi? A quante cose ho dato le spalle? Ora è venuto il tempo di voltarmi, carissima, e riappropriarmi di ció che è mio per diritto. E’ giunto il tempo, erano anni che lo aspettavo. Accarezza i miei capelli come lo sai fare tu, sciogli le paure che li legano, voglio ritornare bimbo con le tue mani nei miei capelli.

Un vecchio un giorno prese una giovane per mano, la portó al porto e le cantó l’amore per tutto il pomeriggio. Venne il tramonto, la giovane se ne andó e il vecchio aprí le braccia e diventó il mare. Lasció la sua chitarra sul molo a guardare il cielo con il suo unico occhio.


Sogni, sogni dorati e senza corda, portatemi a spasso appeso alla mano di un bambino contento, come se fossi un palloncino.

Luna, che oggi ti nascondi e mi lasci a giocare con le ombre e i loro coltelli, ti sei portata via la mia maschera di legno una notte calda e afosa, ora puoi vedere le mie guance. C’è spazio ma non c’è bisogno.

Un tintinnio di campane, eccole, una vibrazione finissima e sopraffina.  Questo schermo cosí nero. Un pezzo qui, un pezzo lá.

[ Dal mio personalissimo diario magnetico ]
18 Luglio 2008 – Abu Rudeis (Egitto)

"Qui ho perso tutti i miei obiettivi, ho perso l’orologio e il calendario, maledetto deserto che isoli, strappi, sei un’amante gelosa e stizzita, non vuoi nessun’altra sulla tua strada. Dannato caldo, dannato petrolio, sto subendo il tuo fascino, mi stai ipnotizzando. "

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