On luglio 30, 2009, in Senza categoria, by prepapero

Pillole di vita indiana


A volte mi sono chiesto come poter descrivere la vita in India, la vita con gli indiani e tra gli indiani.
Oggi ho l’opportunita’ di portarvi un paio di esempi esplicativi di quello che e’ vivere qui e dover aver a che fare con gli indiani.

Ore nove di sera, mi accorgo che in casa mi mancano un paio di cose: sapone per le mani, acqua e uova e chiamo il negozio sotto casa, Hari Om, per farmi recapitare queste cose.

Risponde il solito cassiere svogliato e mezzo sordo.
Ecco la conversazione:
Io -Pronto?
Cassiere – Si? Pronto?
-Salve, ho bisogno di sei uova, acqua e sapo…
-Pronto? Pronto?
-Si, mi sente? Vorrei…
-Pronto?
-Si… Mi sente?
-Si
-Ecco, vorrei delle uova, 6, e …
-Dove? (interrompono sempre)
-L’indirizzo e’ Via roma 5 (indirizzo fittizio per via della mia privacy )(non vorrei trovarvi tutti sotto al mio portone, un giorno)(ma uno per volta vi accetto)
-Dove?
-Si, via Roma 5, affianco a…
-Che numero di appartamento?
- Dodici. E vorrei anche dell’acqua e del sapone.
-Ok, arrivederci

Passano venti minuti (un tempo minimo per l’India, quasi un nonnulla per una consegna a domicilio) e suonano alla porta. E’ il garzone che ha portato tutto ma non le uova.
Glielo faccio notare e mi risponde con un disarmante "le uova non le teniamo".
Che gia’ li’… ma vabbe’. Riprendo il telefono, ormai sono le nove e venti di sera, un orario borderline per l’India dove alle dieci e’ gia’ quasi notte e la gente sparisce, i negozi chiudono e i bambini vanno a dormire e chiamo il secondo negozio sotto casa.
Ecco la registrazione della chiamata, stasera mi sento la vostra D’Addario ( i residenti in Italia si stanno chiedendo "D’Addario chi?"):
Io -Pronto?
La ragazza del negozio-Pronto?
(tralascio una fila lunghissima di Pronto?, le comunicazioni al telefono spesso lasciano a desiderare per i primi dieci secondi)
Io- Salve, vorrei sei uova, sto in via roma bla bla
Lei- Come? Sei uova?
-Si, sei uova
-SOLO SEI UOVA??
-Si.
-Ah, solo sei uova… (pausa) veramente non abbiamo uova.
-Grazie, buona sera.

Almeno lei e’ stata onesta. E ripensando alla prima spedizione del garzone senza uova mi sono reso conto che questa seconda volta avrebbero dovuto mandare su da me il garzone a mani vuote perche’ le uova non ne hanno ( o non me le vogliono vendere)( o e’ troppo lavoro portarmi SOLO sei uova)(questo non lo sapremo mai). Fatto sta che la mia frittata, oggi, non s’ha da fare. Ma passiamo al secondo e piu’ interessante caso di indianita’ nei rapporti commerciali.

Da due settimane ho una connessione internet prepagata con un’azienda famosa in India, dicono che sia la migliore, secondo me fa un po’ caghe’ ma tant’e’. In ogni caso il contratto prevede che io paghi un tot per poter scaricare un quantitativo di Megabyte poi quando questo monte Megabyte finisce torno al negozio, pago per altri Mb e via cosi. Oggi in una pausa tra una meditazione e l’altra sono passato al negozio per comprare altri MB. E qui risiede il mio primo passo falso: pensare che in una qualsiasi intervallo limitato di tempo si possa ottenere qualcosa di utile in India; per fare veramente qualcosa bisogna prendersi tutto il tempo possibile, essere pronti a ripassare domani, dopodomani e fra una settimana e dedicare a quest’attivita’ ore e ore della tua vita.

In ogni caso entro nel negozio e parlo con il boss, gli dico che voglio altri Mb, il boss controlla il via internet il mio saldo e mi dice
-Ma come? Hai ancora parecchio credito.

E io gli rispondo che no, ho controllato oggi e il credito e’ quasi finito. Effettivamente ricontrolliamo e il credito e’ quasi zero. Lui, senza proferire verbo sobre questa svista, in silenzio prende i miei soldi e li passa all’impiegata che fa le ricariche. Dopo buoni dieci minuti gli chiedo se e’ tutto ok e mi dicono di si’. Chiedo se la ricarica e’ immediata e mi rispondono di si. Contento esco dal negozio e torno a casa.

E qui sta il secondo errore che l’occidentale tende a commettere: non controllare, fidarsi ciecamente della efficienza dei lavoratori.
Torno a casa stanco e provato e dopo aver realizzato che la frittata oggi non vedra’ la luce mi collego a internet e per scrupolo controllo il credito (dopo quattro mesi di India qualcosa avro’ pure imparato) ed e’ ancora come prima, quasi zero.

Ma ormai e’ troppo tardi per chiamare il negozio… lo faro’ domani.


(nella foto, un paese che sto imparando ad amare)

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2 Responses to “”

  1. anonimo scrive:

    (amalo e scrivine, scrivine e fammelo amare)(comunque, l’indianità parrebbe esasperantemente divertente)

    (*)

  2. dahype scrive:

    gli indiani fanno parecchio sorridere, e’ vero. E lo fanno in una maniera molto affine a noi italiani. A volte, pero’, fanno perdere le staffe…

    Altra caratteristica che mi sn scordato di inserire nel post: quando prendi un taxi, dici l’indirizzo e ti dicono “sisi” non vuol per niente dire che l’autista sa dov’e’ quel posto. :)

    un abbraccione,

    S

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