Waiting for the rain
Suona un blues, un funky, una vecchia canzone di Madonna anni 80 nell’mp3 (mi sono sempre chiesto come si scriva Mp3 e se si apostrofi), da fuori la finestra entra un vento fresco pieno di sussurri di pioggia. Ma ancora non piove. Due giorni che ci tiene col fiato sospeso a guardare il cielo cambiare colore e chiedersi
- Piovera’ oggi?
Nessuno sembra farci caso alla pioggia, alla temutissima Stagione delle pioggie.
La mattina rotolo giu’ dal letto e vado a fare colazione a "Bird Nest", un caffe’ in legno molto caratteristico accanto alla guest house. La cameriera, Noon, e’ una ragazza thai piacevole con i capelli corti e un buon inglese.
Le piace il Jazz, dice.
Sto leggendo un enorme tomo, Shantaram, parla della vita di un fuggiasco australiano che si rifugia a Mumbai, si crea una nuova vita di crimine nei sobborghi della citta’. Un libro che mi parla d’India. E mi pare cosi’ lontana, cosi distante dalla Thailandia dove persino i bagni sono puliti, c’e’ il sapone nelle toilettes e per strada nessuno sputa ne’ fa i bisogni liberamente.
India… con tutti i suoi lati positivi e negativi, un cocktail letale. La sua gente, che oscilla tra lo scorbutico e l’adorabile, ti prende e ti scuote, tira fuori il meglio e il peggio di te, ti mostra la vita sul palmo della mano, te la insegna senza morali, senza rimproveri.
Solo lei, solo Vita.
*
Me l’hanno consigliato, quel libro.
Chissà, prima o poi forse lo leggerò.
Sai, quest’estate io andrò in India. Coimbatore, al sud. Non vedrò il caotico binomio vita/morte di Nuova Delhi, ma penso che non sarà un’esperienza che non lascerà il segno.
La vedremo allora, quest’india. E la vita che è pane quotidiano per tutti quelli che non abitano in questa piccola Europa.
se non vai a New Delhi ti perdi poco, solo grande caos, troppa gente, una citta’ enorme ma con dei quartieri caratterstici. io ne sono fuggito dopo 4 giorni per rifugiarmi in Rajasthan.
Fammi sapere come si sta al sud, io non ci sono (ancora) stato
Stefano