On aprile 15, 2009, in Senza categoria, by prepapero

Banaras


Ove tutto viene distrutto, tutto cio’ che credi sia una citta’, delle persone, una vita, tutte le credenze di un occidentale medio vengono sbriciolate quando vedi Varanasi. Per noi niente ha senso qui perche’ semplicemente tutto e’ fuori dalla nostra visuale, dal nostro modo di vedere le cose e non ci si riesce ad avvicinare se non si accetta l’indianita’ intrinseca della vita qui.

In vicoli strettissimi convivono persone, cani, scimmie, bufali, vacche e tori e in tutto questo passano moto, biciclette stracariche di mercanzie. Esci di casa e ti passa accanto la Vita, meravigliosa e sorprendente come mai e come da nessun’altra parte cosi’. Puo’ essere sorprendente -dopo alcuni giorni- sorprendersi di non stupirsi piu’ di cio’ che i primi giorni scioccava. Andare a passeggiare sulle rive del Gange, sui famosi Ghat, e vedere che accanto alle pire funerarie i bambini giocano a cricket, che ci sono le capre che mangiano i fiori offerti ai defunti e nessuno se ne cura.

Per le vie di Varanasi sorprende la forza di certe immagini e sorprende un sorriso dolce di uno sconosciuto che ti passa accanto e non ti chiede niente. Un sorriso del genere ti lascia una sensazione amica addosso per un’intera giornata. E poi ancora i moltissimi templi con le loro rumorose puja (celebrazioni) ad ogni ora e svegliarsi sentendo un mantra sparato altissimo da chissa’ quali casse di quale tempio. La notte, poi, concedersi il lusso di salire sul tetto dell’ostello, e guardare verso il fiume,  verso la sponda impura dove non c’e’ niente. Ogni notte, nell’oscurita’, guardare da quella parte e non vedere niente, solo qualche barca sdraiata e una luce lontana. E allora il Gange sembra il mare, la Luna ci si specchia e capisci che Varanasi e’ l’ultimo bastione d’Eternita’ rimasto sulla Terra, una grande ricchezza, un vero tesoro.

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