On novembre 30, 2007, in Senza categoria, by prepapero

Chiang Rai, la fortuna, i bus e mille altre sturielet


Un asso nella manica, il fiotto dell’aria (in)condizionata puntato sul capoccione enorme che mi ritrovo e centinaia di kilometri srotolati seguendo il filo dell’intuito.

Scelgo un dub dolce, dolce cioccolato ma non caffe’ che -ahime’- non reggo piu’.
Parlateci voi con il signor sospiro e i suoi sei bassotti uguali, ognuno di loro indossa un cappottino differente. Vallo a capire perche’.
La signora bassa e china sulla sua cuffia mi fa strada verso un giardino quieto e assopito nel verde, un sogno, un’illusione, una citta’ schizofrenica e chiatta questa Chiang Rai.
Il bisogno di confine ammazza le bellezze, domani vedro’ qualche tempio e decidero’ se ho voglia di rimanere altro tempo qui. Passeggiare sulla frontiera piu’ calda del mondo con noncuranza per dimostrare che essa (la frontiera) non esiste, non c’e', e’ un non-luogo che s’e’ inventato l’Uomo per cui fatti in la’, lasciami passare.

Dorme ma non troppo il cane assopito… oggi ho visto case che sembrava l’Armenia, non avevo mai piu’ visto la miseria architettonica in faccia, cosi’ chiara. Ma la gente che ci vive non la vede? forse solo la assorbe.

Fever
And gimme fever
with the kisses
Fever
when you hold me tight

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