On agosto 25, 2009, in Senza categoria, by prepapero

Ma allora lo fate apposta
Storia di una cena, di un fattorino e di un piatto di gnocchi


Giunge la sera, o meglio, scende la sera e dopo una lunga giornata di lavoro decido di concedermi un piccolo lusso, un vizietto, un non-so-che, una cosa un po’ frufru: un bel piatto di gnocchi.

Per quanto possa sembrare strano anche in India ci sono ristoranti italiani ed alcuni di essi (non molti) (anzi forse pochi) sono decenti, hanno prodotti d’importazione, ci sanno fare. Uno di questi, "La pizzeria", e’ nello stesso quartiere dove risiedo (era tempo che non scrivevo "risiedo") e fanno consegne a domicilio.

"Free home delivery" c’e’ stampato sul menu a domicilio, consegna a domicilio gratis.
Iniziamo bene, penso io. Quando sbandierano che qualcosa e’ gratis e’ perche’ ti vogliono fregare in maniera piu’ subdola.
Ma tant’e', ho fame, ho voglia di gnocchi sono le 22.30 e alzo la cornetta, senza che Mondial casa mi aspetti.

Io - Pronto?
Presumibilmente cassiere della "Pizzeria"- Pronto?
- Si’, salve vorrei fare un’ordinazione.
- Si’ dica.
- Un piatto di gnocchi ai funghi e formaggio e una lattina di cocacola.
- Un momento…

E questo momento si protrare… ci sono rumori di fondo di gente che parla… (a volte e’ cosi’ quando la persona con cui hai parlato si accorge all’improvviso che il suo inglese non gli ha permesso di capire che cosa vuoi da mangiare, per cui si sta sbracciando per trovare un altro indiano con un inglese migliore attorno a se’) (cosa rara). Ma torniamo al silenzio. Dopo un dieci secondi gli dico

- Pronto?
Niente.

Dopo altro silenzio (tanto pago io) si riprende, incredibilmente conferma di aver capito tutto e mi chiede l’indirizzo. E qui altra pantomima perche’ dopo quattro mesi qui conosco meglio il mio quartiere io di qualsiasi indiano che viva nei paraggi e questo e’ un mistero fittissimo che non mi spiego.

- Indirizzo?
- Lane G, bla bla bla, (gli spiego pure a parole dov’e’ la mia via, visto che e’ tardi non voglio rischiare di perdermi i gnocchi, o che arrivino freddi).
- Ok, un numero di contatto?

Glielo do’ e mi infilo in doccia.
Quando mi sto asciugando i capelli mi chiamano.

-Si?
- [ parla in hindi]
- Non parlo hindi, parlo inglese.
- ok ok (mi passa un’altro) ( non c’e’ mai un solo indiano per fare una cosa, sono minimo due, spesso tre)
amico/ collega – [parla in hindi]
- NON PARLO HINDI, PARLO INGLESEEEEEE!
- ok, l’indi…rizzo… pre..ciso
- Lane G bla bla bla, ha capito?
- si’ si’

Dopo quindici minuti (quindi a tempo di record) suonano alla porta.

E’ il garzone con la borsa che contiene: una confezione in plastica con i gnocchi e una BOTTIGLIA DI VETRO DI COCACOLA. Ma a questo ci sono abituato, anche se la bottiglia costa di piu’ lascio passare, e’ tardi, ho fame.

Mi passa lo scontrino: 275 rupie: al cambio attuale 4.23 euro. Una sciocchezuola tra consegna, cocacola, piatto straniero in paese non troppo globale, ci sta. Prendo i soldi e gli passo 300 rupie. Lui mi guarda e mi fa
- Non ce li hai giusti?

Ora qui potrei aprire un capitolo, un blog, su quanto questa cosa sia comune in India. Circolano (dicono) pochi spicci e quelli che li hanno se li tengono stretti con i denti e non li mollano a meno che non siano in diretto pericolo di vita o minacciati di perdere il guadagno.

E io,
- No, non ce li ho giusti, possibile santo iddio che tu non abbia 20 rupie in tasca?
Ce le hanno tutti , anche i bambini.

E qui arriviamo al dunque. La faccia da pesce, lo sguardo fisso nel vuoto del corriere che fa finta di essere perso, fa finta di pensare "e adesso come facciamo?" come se fosse la prima volta che gli capita. Mi mostra un fascio di biglietti da 100 rupie che manco avesse assaltato una banca ma niente biglietti di 10 rupie. Ancora faccia da pesce a quintali.

Lo riguardo e gli dico,
- Ok, vai. Va bene cosi’.
E per un attimo si finge pure sorpreso!
Quando ci si mettono questi sono peggio della mafia, organizzatissimi e sai sempre cosa aspettarti.

Finalmente mi dedico alla mia cena. Apro la confezione, verso gli gnocchi nel piatto e sono al pomodoro e funghi.
Sospiro.
Ma non fa niente, questa e’ l’India dove niente e’ mai sicuro e quadrato come (a volte) vorresti.
Pero’ erano buoni!

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6 Responses to “”

  1. anonimo scrive:

    ahahah, spassosissimi questi indiani! :D

  2. dahype scrive:

    eh eh eh eh EH.

    sisi, vieni, vieni pure a trattare con loro ogni giorno, poi vedrai come ti stanno simpatici certe volte… muahahah

    anyway a volte sono amabilissimi e quelle volte ti ripagano per tutte le altre mille incazzature accumulate.

    un abbraccio accio accio

    Stefano, l’Autore, Pittore, Scultore e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

  3. FarfalleUragani scrive:

    Umm..Credo che per abituarmi a tutto questo non mi basterebbero 10 vite… E poi odio gli gnocchi al pomodoro ! :-) mid

  4. dahype scrive:

    … ed e’ forse per questo che l’hinduismo crede nella reincarnazione! sperano che prima o poi uno si abitui.. ;)

    E lo gnocco al gorgonola invece, come lo vedi? Per me e’ un monumento, essendo nato e cresciuto in Piemonte. :)

    S

  5. FarfalleUragani scrive:

    io sono nata e cresciuta in Toscana , ma lo gnocco al gorgonzola lo mangerei anche a colazione :-) Mid

  6. dahype scrive:

    ok allora siamo ancora amici :D

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