Onda Calabra
sotto un cielo che non ride mai
mi aspetterai cantando…
In movimento il moto a luogo diventa costante d’essenza e a volte -ammetto – ne farei a meno.
Specialmente come quando, ieri, ho visto e sentito tutto l’affetto delle persone che lascio qui a Roma.
Bottiglie a decine, un pasto leggero e mille mille parole spese a riprese con tutte care facce che sono venute a salutarmi, portarmi un abbraccio, un pensiero. Tutto ció mi rende molto felice perchè sento di aver dato qualcosa a queste persone e che loro hanno lasciato qualcosa dentro me.
Partire non è mai facile, meno quando si lascia il proprio Paese d’origine e ancora meno quando si lasciano persone di questo valore. Ma le valigie chiamano, come uso dire io, gli scatoloni sono quasi completi e oggi inizieranno il loro lento macinare verso la penisola Iberica. Mi consolo con la musica che mi porteró appresso, con il sole che cerca di baciarmi ogni giorno e con la certezza di non averne alcuna, cullato dalle onde che giungono e mi fanno turbinare…
Col vento in faccia, il cielo assorto a disegnare forme che mi piacerebbe capire e interpretare con la semplicitá del silenzio.
Si schiude un fiore e il vento, forte, l’accarezza.
Un abbraccio di cuore
Futuro da vivere. Vita che pulsa forte nelle vene. Ti auguro sempre vento a favore e sole sulla pelle. Midnight